venerdì 10 febbraio 2012

Non vengo via con te, Roberto

Non vengo via con te! Nuovo paladino degli anti-berlusconIANI (e non –isti!), Roberto Saviano, che ha trasformato la fondamentale lotta alle mafie in un “mestiere con cui campare, non sapendo nulla di mafie” (tanto per citare Nicola Gratteri, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria), meriterebbe di essere valutato con completezza, prendendo in considerazione tutte le vicende di cui si è reso protagonista. De-strutturiamo momentaneamente quella concezione di “eroe” che aleggia nelle menti di chi si ferma ad un’analisi superficiale dello scrittore/giornalista napoletano, al fine di favorire una conoscenza ed una valutazione critiche a riguardo.

Ad esempio, io non ho nulla da condividere con chi si difende dalla "macchina del fango", salvo poi riciclare l’ammasso di terra ed acqua per riversarlo addosso a soggetti terzi. A cosa mi riferisco? Alle infamanti illazioni che Saviano Roberto da Napoli ha deciso di rivolgere nei confronti di ETA (Euskadi Ta Askatasuna), organizzazione di stampo marxista-leninista che, tramite lotta armata e lotta politica, da decenni rivendica l’indipendenza dalla Spagna per il popolo basco. In quell’occasione, il giornalista 31enne, fantasticò su di un ridicolo traffico internazionale a tre attori secondo il quale ETA, in combutta con le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane), fornirebbe cocaina alla Camorra in cambio di armamenti con cui intraprendere azioni violente in territorio iberico. Nulla di più falso. Lo stesso Alfredo Rubacalba, ministro degli Interni spagnolo, da sempre acerrimo nemico di ETA, ha smentito pubblicamente le infondate accuse savianesche. Ci sarebbe da chiedersi, quindi, quale sia il criterio per cui sia Roberto Saviano a doversi difendersi dalla macchina del fango; e soprattutto quale sia il criterio per cui lo scrittore non ne faccia invece parte.

Limitarsi a questa critica nei confronti di Saviano sarebbe comunque riduttivo. Celebri sono i suoi interventi in difesa dello Stato d’Israele, anche laddove questo si sia reso responsabile di stragi perpetrate ai danni dei dirimpettai palestinesi. Passi la frase pronunciata da Shimon Peres (“Anche noi abbiamo la nostra camorra, caro Saviano. Si chiama Hamas…”) e riportata come verità assoluta sul blog di
www.robertosaviano.it, nonostante non abbia alcun fondamento sociologico; quello che però spaventa maggiormente è il suo intervento alla manifestazione “Per la verità, per Israele”, durante la quale un gruppo di fanatici ha inneggiato ai massacri di cui si è reso responsabile lo Stato sionista, alla distruzione di Gaza, all’utilizzo del fosforo bianco, alla pulizia etnica nei confronti degli arabi autoctoni e ad altre iniziative disumane. Il popolo della rete fortunatamente è abbastanza indipendente per poter accedere a testimonianze come quella di Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani, a cui si può arrivare anche tramite il prezioso aiuto del blog curato da Daniele Luttazzi; ecco il link per ascoltare Arrigoni: www.youtube.com/watch?v=NBgI_QWgXaI. La vicenda non può lasciare indifferente chiunque abbia a cuore la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo.

Non è tutto. Come saprete, la legge 20 giugno 1952, n.645, art.4 prevede che l’apologia di fascismo sia considerata reato. Avrete inoltre ascoltato le parole che Roberto Saviano ha speso in difesa della Costituzione, durante la trasmissione televisiva “Vieni via con me”. Fino a qui, tutto bene. Come commentare però la partecipazione dell’autore di Gomorra alle iniziative organizzate da CasaPound, centro sociale di estrema destra, in cui militano diversi esponenti neo-fascisti?! Mi è capitato, dopo queste mie riflessioni, di imbattermi in qualche indispettito commento di chi vuole negare ogni possibile compromissione di Roberto Saviano. “Casualmente” tutte le persone che hanno reagito in questo modo, appartengono ad una stessa area politica (diciamolo: il centro-sinistra!).

La spiegazione che mi sono dato è la seguente: Saviano, purtroppo, è attualmente uno dei pochissimi individui dotati del carisma necessario per poter teoricamente creare qualche problemino allo psico-nano che ci governa, e conseguentemente una critica nei suoi confronti è vista come un attacco mirato alla speranza di poter sconfiggere, un giorno o l’altro, mister Silvio Berlusconi. Ma la politica è fatta di contenuti ed ideologie, di progetti e di partecipazione, di proposte e di programmi. Non riduciamola a tifo da stadio.

(scritto nel marzo 2011)